La sostenibilità nel verde è monocromo?

A Padova in località Montà, si trova il Centro Congressi Villa Ottoboni, già sede dell’Istituto Cortivo.

La villa settecentesca, che fu appunto dimora di Papa Ottoboni, è stata ristrutturata completamente nel 2000 dall’architetto Ruggero Ruggiero.

Il parco di Villa Ottoboni  era organizzato in un grande tappeto erboso con alcuni alberi sparsi e delle siepi regolari a cornice del complesso architettonico. Nel 2012 è subentrata la necessità di valorizzare la parte nord del parco per nuove attività da svolgere all’aperto, per cui abbiamo deciso di ridistribuire gli spazi e di inserire il tema floreale. Agli edifici principali sono state addossate piante selezionate dalle antesi abbondanti, con fiori grandi dai colori inusuali, come il rosa variegato e il giallo-verde. Allontanandosi dall’edificio principale sono state create cortine di fioriture più antiche dai toni meno accesi e insistenti, come lillà e amarene; infine sullo sfondo è stata ripristinata la vegetazione selvatica, erbacee incluse.

Per non aggravare il bilancio con la nuova manutenzione delle aiuole abbiamo deciso di intervenire su tutto il piano di gestione del verde. Si è trattato soprattutto di ridurre i costi di manutenzione del tappeto erboso, trasformato in un tappeto erboso rustico, introdurre piante selvatiche per ricostruire delle catene alimentari di regolazione dei parassiti, eliminare le piante sofferenti non idonee ai terreni molto argillosi, utilizzare tutte le potature e gli sfalci come pacciamatura concimante per le siepi perimetrali, eliminare completamente i diserbanti, i pesticidi e altre sostanze chimiche. Tecnicamente l’impegno maggiore ha riguardato la costruzione di aiuole su un terreno molto argilloso, con piante arbustive molto fiorifere consociate a piante erbacee ornamentali inusuali.

Val la pena di osservare che spesso vengono escluse dalla progettazione aiuole fiorite per l’aggravio dei costi di gestione, per la maggiore fruibilità degli spazi e per la sicurezza  dei visitatori;  andrebbe pertanto tenuto in maggiore considerazione il problema sulla corretta progettazione della consociazione delle piante idonee al luogo e sull’eliminanazione delle operazioni inutili.